venerdì 25 aprile 2014

1984 riflessioni...

Questa non vuole essere una recensione, anche perchè devo ancora convincere me stesso ad avventurarmi per questi territori sconosciuti dato che con tutta probabilità non ne sono capace; chissà che forse, prima o poi, qualche recensione di qualcosa, molto poco seria ne sono certo, la troverete anche sul mio blog.
Ma torniamo a noi, al presente post, e preparativi, cari lettori, a perdervi nei meandri più bui e reconditi della mia mente assolutamente incasinata (e attualmente messa ancora peggio), parlando di un libro che ho finito di leggere nemmeno un paio di giorni fa: probabilmente molti lo conosceranno e molti altri lo avranno anche letto, e se non lo avete fatto ve lo consiglio spassionatamente, 1984 di George Orwell.


E' incredibile come, non appena abbia iniziato a leggere questo libro di cui avevo sentito parlare relativamente poco (si lo so, non frequento la gente giusta evidentemente xD), me lo sia ritrovato dovunque andavo: blog, librerie, siti internet che non c'entravano assolutamente nulla con libri e simili...
Dunque, sotto stimolo della mia mentore in fatto di scoperte libresche, l'ho letto...fino alla fine.
Come dicevo questa non è una recensione, tuttavia nel caso non aveste letto il libro ci saranno probabilmente difficoltà nel capire alcuni passaggi e, eventualmente, delle spoilerate qui e là per cui, caro Fedele Lettore, scegli bene se andare avanti o meno. Soprattutto per la tua salute mentale...


Immaginate di trovarvi nel vostro abituale luogo di studio/lavoro e, ad un orario non meglio precisato, di essere riuniti con tutti i vostri colleghi per due apparentemente brevi minuti durante i quali immagini e suoni subliminali facciano leva sui vostri istinti primordiali e sulla vostra rabbia e frustrazione inconscia, ritrovandovi ad inveire contro un Nemico, di fatto immaginario, senza nemmeno accorgervene: si trattano dei Due Minuti di Odio, nella Londra distopica dipinta da Orwell.
Perchè ho cominciato così? Non lo so. E' stato uno dei primi momenti descritti nel libro che mi ha catapultato in una realtà tanto assurda quanto...terribilmente, verosimilmente, possibile.



La società di Orwell è la tomba dell'uguaglianza e della libertà dell'uomo.
Vivete OGNI MOMENTO della vostra esistenza sotto stretta osservazione da parte del Partito, incarnato dall'immagine inquietante del Grande Fratello ("il Grande Fratello vi guarda"): DOVUNQUE, persino nel vostro bagno privato, sono eternamente in funzione i "teleschermi", televisori riadattati per poter ricevere immagini, oltre che trasmetterle. Ogni vostra mossa viene registrata, studiata e interpretata per comprendere se sia in accordo con l'ortodossia del Partito: "il sistema nervoso diventa il tuo peggior nemico, le emozioni e le reazioni inconsce e non controllate possono rivelare, in qualsiasi momento, anche nel sonno, un pensiero eretico e renderti uno psicocriminale".


E quest'ultimo termine, coniato dalla neolingua sulla quale tornerò più avanti, sta proprio per ciò che sembra: lo psicoreato, lo psicocriminale, colui che commette "reato" per un PENSIERO in disaccordo con l'ideologia del Partito.
L'obiettivo di quest'ultimo non è L'IMPOSIZIONE di un pensiero, ma riuscire a plasmare letteralmente la mente dell'individuo affinchè egli segua SPONTANEAMENTE quel pensiero e vi creda strenuamente.
Come?
Inanzitutto bisogna distruggere l'io, annullarlo, negarlo fino a renderlo praticamente inesistente. E questo è ciò che avviene, in primis, grazie al perenne stato di conflitto tra i Superstati, la mentalità che il Partito preserva nell'individuo e che non lascia spazio a sentimenti diversi dall'odio e dalla paura. E' degno di nota come persino la sessualità sia stravolta e sfruttata a tale scopo: ortodossia e castità, fra i membri del partito, devono andare di pari passo; il sesso dev'essere mero atto procreativo, privo di qualsiasi piacere e, così facendo, l'individuo progressivamente tende a rifiutarlo e a privarsene accumulando energie represse, frustrazione, rabbia, creando lo stato mentale ideale all'esaltazione, al furore bellico.
Secondariamente si deve intervenire sul passato: il controllo del passato permette di controllare il presente.
Ciò che il Partito riesce a fare è quello di riscrivere il passato, plasmarlo a suo piacimento, adattarlo alle sue necessità inventando balle su balle. E di questo si è consapevoli? Assolutamente si.
Il paradosso si esplica attraverso la tecnica del bipensiero.
Il passato esiste per mezzo dei documenti e per mezzo della memoria dell'uomo. Per ciò che riguarda i documenti, l'attività immensa del Ministero Della Verità provvede esattamente a questo: modificarli, riscriverli, reinventarli a seconda delle esigenze del Partito e distruggere ogni traccia di tali interventi.
E vi chiederete, come me lo sono chiesto io, se quindi chi provvede a questo compito sia perfettamente a conoscenza di quest'opera infame attuata dal Partito: ebbene, come ho già detto, assolutamente si.
Ma supponete di conoscere questa verità e di volerla dimostrare di fronte a chiunque altro: con quali prove potreste farlo? Nessuna.
Il risultato? Ci si affida alla propria memoria...che in quanto umana è tremendamente fallace.
E dunque si finisce per DOVER accettare ciò che viene documentato: se il Partito presenta documenti storici che gli attestano il merito dell'invenzione della bomba atomica, si deve credere che abbia inventato la bomba atomica; se il Partito afferma che il vostro vicino di casa, che fino a ieri salutavate ogni mattina, in realtà non è mai esistito, è così e non potete dimostrare in alcun modo il contrario.
In maniera più estesa, controllare il passato, consente al Partito di annullare qualsiasi termine di paragone con epoche precedenti: il presente è tutto, la Storia si arresta nel momento attuale, e le condizioni di vita sono le migliori di sempre.
Ricordare e dimenticare. Il bipensiero esprime questo: l'esistenza simultanea di due opinioni contrastanti e inconciliabili che vengono entrambe accettate, l'una come realtà, l'altra come mistificazione e ricordo falso creato dalla propria memoria, il tutto a seconda di ciò che il Partito chiede e vuole.


E' pazzesco...ed è assurdo pensare che forse basterebbe poco per realizzarlo...

E infine, anche se in realtà potrei stare qui a parlare e riflettere e parlare e riflettere...per giorni, mi ha stimolato un mondo di emozioni e pensieri la rivoluzione del linguaggio.
Ebbene si, Orwell è riuscito ad andare oltre tutto questo e stravolgere anche il modo di comunicare, quello che è lo strumento col quale l'uomo esercita la sua libertà di espressione, appunto, il linguaggio, e ha inventato i principi della neolingua.
Non si tratta soltanto di un modo alternativo di parlare: la neolingua è un linguaggio a se stante, completo, con tanto di regole grammaticali, costrutti, irregolarità (poche), il cui obiettivo non è soltanto quello di sostituire l'archelingua (ossia il nostro modo di parlare e di pensare) ma di fare in modo che diventi impossibile qualsiasi altra forma di pensiero diversa da quella del Partito.
Sostanzialmente si tratta, inanzitutto, di un lavoro di eliminazione massiva di un numero grandissimo di termini e una rinnovazione e purificazione concettuale di quelli mantenuti cosìcchè essi mantengano esclusivamente quei significati in linea con l'ideologia del Socing (sarebbe il Socialismo Inglese, l'ideologia del Partito appunto, anche se è riduttivo definirlo semplicemente così).

In tal modo, una volta raggiunta la versione definitiva, la neolingua porterà ad un impossibilità di fatto di "pensare liberamente", ossia di concepire e poter esprimere un pensiero eterodosso.
In pratica supponete di nascere nel contesto in cui tale linguaggio si è ormai affermato: l'estrema riduzione dei vocaboli e parallelamente la totale privazione di qualsiasi forma di ambiguità concettuale di ciascuno di questi, vi costringerà a parlare, e necessariamente pensare (perchè se non avete una parola per esprimere, ad esempio, il piacere nel desiderio sessuale, come potete tradurre quello che eventualmente la vostra mente sta provando?) solo ed esclusivamente in maniera "retta", ossia come vuole il Partito.
Risultato finale? Ve lo riporto direttamente dal libro.
L'intento era quello di rendere il discorso - specialmente quello relativo a oggetti non neutri dal punto di vista ideologico - il più possibile indipendente dall'autocoscienza. Per le finalità della vita quotidiana era indubbiamente necessario, almeno talvolta, riflettere prima di parlare, ma un membro del Partito, quando sollecitato ad emettere un giudizio etico o politico, doveva essere in grado di sputar fuori le opinioni corrette con lo stesso automatismo con cui una mitragliatrice spara i suoi proiettili. [...] La speranza era di riuscire, infine, a far fluire il discorso articolato direttamente dalla laringe, senza alcuna implicazione dei centri cerebrali superiori. Un simile scopo era espresso dalla parola ocoparlare, vale a dire "parlare, esprimersi come un'oca".
Parole come "libero" o "uguale", private di tutti i significati ideologici cui noi oggi siamo abituati (intellettualmente libero, giuridicamente uguali ecc...), nel ragazzetto, nato a seguito di questa tremenda rivoluzione, esprimerebbero solo concetti limitati ("libero" starebbe per: questo campo è libero da sporcizie; "uguale" starebbe per: abbiamo un quaderno uguale) ed egli semplicemente NON CONOSCEREBBE quei significati prima citati.
E nei "pensatori di mezzo"? Quelli che vivono il momento della rivoluzione, che sono partecipi della maturazione della neolingua? Loro conserverebbero, nella memoria, i concetti in archelingua associati a tali parole, giusto?
Si e no. Ci pensa il bipensiero, in tal caso: il significato, associato a tale parole, evidentemente eterodosso, viene dimenticato, riconosciuto come "falso ricordo", e così rimarrà solo il concetto voluto dall'ideologia del Partito.


Non so chi sia arrivato sano di mente fino a questo punto, a quanti stiano fumando le orecchie e chi abbia colto anche solo un minimo del senso del discorso, soprattutto se non ha letto il libro.
Io so solo che mi ci sto arrovellando da troppi giorni e la cosa mi...destabilizza.
Quello che mi spaventa e mi tormenta è come Orwell non abbia dato voce alla sua pura immaginazione: è TUTTO estremizzato, sono d'accordo, ma chi può ammettere che non siamo vittime di manipolazioni, seppur minime, oggi stesso, ogni giorno?
E questo mi porta a pensare che la natura stessa dell'uomo implica che egli possa essere soggiogato, se si usano gli strumenti e le sollecitazioni idonee.
Forse è un tantino "apocalittico" come pensiero e, probabilmente, è il libro stesso che ha manipolato me xD
Però non posso dire che si tratti soltanto di una spaventosa proiezione di paure e incertezze dell'autore, dovuta al suo momento storico: c'è la natura dell'uomo, come base di tutto, nuda e cruda, che ci piaccia o meno. E parlo sia della parte del Grande Fratello, che di quella del membro del Partito totalmente assoggettato. 

I tre slogan del Partito:
La guerra è pace
La libertà è schiavitù
L'ignoranza è forza

Okay okay mi fermo perchè sto sprofondando nell'oblio e rischio di non uscirne più! xD
Mi scuso con tutti voi per la forma, il contenuto...tutto questo post assurdo! Ma ne avevo bisogno per non impazzire, dovevo esternare, nella forma di una sorta di flusso di coscienza, tutta sta roba che mi stava letteralmente angosciando.

Per cui ancora scusa e soprattutto GRAZIE a chi è arrivato fino ai saluti, apprezzo lo sforzo!

Non vorrei chiedervi un parere ma...lo faccio:P 
A presto, con un post che tornerà decisamente verso la MIA ortodossia xD




10 commenti:

  1. Accidenti... quando ti lasci trasportare vai parecchio lontano, eh???
    Allora ti ci vuole una SFIDA A COLPI DI POESIA per tornare tra noi.... velooooceeee il tempo scorre, passa da me! ^_^

    RispondiElimina
  2. Ahahah Carla devo già un libro a Teensy per questa sfida, vediamo se finirà allo stesso modo anche con te ihih:P comunque ti ringrazio tantissimo:) e si, questo libro ha dato fondo a riflessioni inimmaginabili persino per me...!

    RispondiElimina
  3. Io direi che le recensioni le sai fare eccome ;)
    (comunque, se non lo hai letto, di Orwell ti consiglio la Fattoria degli animali: più scorrevole, meno claustrofobico e meno machiavellico.. ma ugualmente profondo!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Iole!:) se mi dici così puó darsi che mi convinca prima a cominciare una qualche rubrica;) e seguiró il suggerimento!:) qualcosa di meno cervellotico mi ci vuole proprio ora xD

      Elimina
    2. Si ma togli il !continua a leggere" altrimenti Iole chiama ai vertici di Blogger per farti chiudere bottega!... e non potrai fare nessun'altra recensione, o nessuna prima recensione! :P
      Comunque l'argomento del libro è proprio pane per i tuoi denti, e qualsiasi cosa sia questo scritto, si percepisce che ti abbia preso fino in fondo... in definitiva, mi piace :D :D
      Ciaoooo!! :D

      Elimina
    3. D: Ommiodio sto rischiando allora!! devo provvedere!xD
      Comunque diciamo che mi ha particolarmente stimolato, si:) Grazie comunque e mi fa piacere che ti sia piaciuto!!:)

      Elimina
  4. Ciao Eddie :3
    ho letto per metà la tua "recensione" anche perché ho intenzione di leggerlo al più presto! Da amante dei distopici proprio non posso perdermelo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non vedo l'ora di sapere che ne pensi:) è distopia all'ennesima potenza!xD ma non solo....

      Elimina
  5. E' stato un libro che ha lasciato un profondo segno dentro di me, più di quanto avrei voluto per i temi trattati e per la crudezza delle descrizioni, ma soprattutto per i dubbi che ha creato nella mia già problematica testa xD molto bella la recensione, hai rispettato lo stile orwelliano :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "per i dubbi che ha creato nella mia già problematica testa"...ESATTAMENTE xD
      Grazie ancora peró, mentore:P

      Elimina

Se lasci un commentino, ti meriti biscotti e caramelle!
(Davvero! Vai alla pagina relativa:P)